Grappa bianca o barricata? Scopriamo le differenze

Quando si parla di grappa, si sente spesso fare riferimento a “Bianca” o “Barricata”, anche se non sono gli unici termini per identificare questo prodotto. Secondo l’Anag, ovvero l’Associazione Nazionale degli Assaggiatori di Grappa, le tipologie di grappa sono: giovane (detta anche “bianca”), giovane aromatica, barricata, stravecchia (detta anche “invecchiata”) ed aromatizzata. Oggi, con l’aiuto di WineSommelier, cercheremo di capire la differenza tra queste tipologie.

Concentrandoci sulle due tipologie più note, chiariamo subito una cosa: quando si parla di grappa invecchiata, non ci si riferisce per forza di cose ad una barricata. La Legge prevede che per poter usare il termine “invecchiata” la Grappa sosti per almeno un anno in botti di qualsiasi tipo di legno e dimensioni; il termine “barricata” invece si riferisce all’invecchiamento in barrique, ossia piccole botti di rovere del contenuto di 225 litri. Potrebbe sembrare un dettaglio da poco, ma non è così. Le barrique, grazie alla loro dimensione contenuta, sono in grado di cedere al liquido una maggior quantità di sensazioni, in quanto il rapporto tra la superficie del legno e quella del contenuto è maggiore. Le botti piccoli sono le responsabili della rotondità delle grappe barricate e del loro sapore avvolgente, morbido, che richiama i sentori di vaniglia e pasticceria evoluta.

Grappa Bianca

La grappa si definisce bianca quando, al termine dei processi di distillazione, dopo un periodo di “riposo” viene travasata in recipienti di acciaio o vetro. Questa tipologia di grappa non subisce alcun affinamento in legno, motivo per cui porta con sé solo degli aromi derivanti dal vitigno utilizzato in partenza. È incolore e trasparente, con un profumo delicato di vinaccia, fruttato e con un gusto secco. Grazie alla degustazione di una grappa bianca, sarete in grado di capire il modo di lavorare del distillatore e potrete valutare la sua perizia. Questo accade in quanto una grappa bianca non risulta “alterata” dal passaggio in legno, il quale, in alcuni casi, potrebbe anche aiutare a mascherare alcuni difetti, standardizzando le grappe.

Grappa Barricata

Come già specificato, una grappa barricata è una grappa che ha subito un invecchiamento particolare, ovvero all’interno di barrique, le piccole botti di legno di rovere da 225 litri. In alcuni casi, le barrique possono essere di 228 litri.
Questa tipologia di  grappa, dopo i processi di distillazione, viene travasata in barrique per almeno 12 mesi. In solo questo caso, la Legge prevede che si possa chiamare “Grappa barrique o barricata” e deve essere sottoposta al controllo doganale. A differenza delle grappe giovani, nelle invecchiate prevalgono profumi dolciastri di vaniglia e frutta appassita.
In questo caso, il prodotto finale rischia di essere abbastanza comune, in quanto la tostatura del legno in cui riposa ha una fortissima influenza sul liquido. Anche se è brutto da immaginarselo, le grappe barricate hanno anche il vantaggio di permettere al distillatore di nascondere eventuali difetti, in quanto (salvo casi gravissimi) verranno nascosti dalla parte dolciastra e vanigliata.

Qual è la grappa migliore?

Non esiste ovviamente una risposta, si parla di gusti personali. È un dato di fatto, però, che le grappe barricate siano quelle più gradite, sopratutto per chi è all’inizio. Una grappa bianca, infatti, è molto più difficile da apprezzare, nonostante sia meno complessa. Una grappa barricata, lascia un palato più rotondo ed avvolgente, rispecchiando anche quelli che sono i gusti internazionali delle bevande alcoliche.
L’ago che potrebbe spostare la bilancia, eventualmente, potrebbe essere l’abbinamento che vogliamo ottenere con il cibo, anche se, pure in questo caso, le cose non sono banali. Rispetto al vino, infatti, la grappa non è una bevanda da tutto pasto e non può nemmeno essere mescolata ad altro alcol (avete mai visto qualcuno bere bollicine e grappa durante un aperitivo?). Dando per scontata questa cosa, però, la regola fondamentale è la seguente: un distillato dovrà essere degustato con un cibo altrettanto aromatico. Una grappa bianca molto speziata, dunque, si abbinerà perfettamente ad un piatto con altrettanta speziatura. Un esempio? Un piatto a base di ‘nduja, il tipico prodotto della Calabria, sarebbe perfetto.
Una grappa barricata, al contrario, si presta al ben più noto abbinamento con il cioccolato, rigorosamente fondente. La rotondità ceduta dal legno, infatti, ben si integra con il cioccolato, il quale ha la caratteristica di lasciare altrettanta morbidezza in bocca, con il vantaggio di ottenere un’effetto “sgrassante” grazie alla forte presenza di alcol presente nella grappa.

grappe barricate di Pisoni