Vodka, il distillato russo più famoso al mondo

La vodka è nota a tutti come la tradizionale bevanda superalcolica russa. Essa può risultare dalla fermentazione e successiva distillazione di diversi cereali o di patate (esistono quindi due tipi di vodka). Ben presto, tuttavia, la diffusione di questo distillato ha superato i confini russi per diventare famosa in tutto il mondo.

Per quanto riguarda il tasso alcolico, nella classica vodka russa esso deve essere circa pari al 40% vol. Esistono anche bevande a base di vodka, tipicamente di gradazione alcolica notevolmente inferiore, prodotte con aromi di frutta (per esempio limone, pesca o melone), che sono considerate però liquori, in quanto dolci.

Un po’ di storia

La paternità di questo celebre prodotto è conteso tra Polonia e Russia e la sua etimologia, in tutte le lingue slave, è in sostanza un diminutivo del termine italiano “acqua”; evidente il collegamento con l’acquavite italiana che appunto è una bevanda dall’aspetto limpido e trasparente come l’acqua.

La prima testimonianza della sua esistenza risale al 1405 all’interno di un registro di Sandomierz Court ritrovato in Polonia. Poco dopo, nel 1520, nella sola Danzica polacca operavano già una sessantina di distillerie ufficiali, senza contare quelle clandestine.

In Russia, nel 1649, lo Zar Alessio promulgò un codice imperiale per la produzione della vodka e ben presto tutti i nobili proprietari terrieri avevano l’autorizzazione per detenere un alambicco per piccole produzioni di consumo privato.

In tempi più moderni il nome vodka si ritrova in un documento ufficiale risalente al regno dell’imperatrice Caterina II; in particolare essa veniva citata all’interno del decreto dell’8 giugno 1751 che regolava la proprietà di alcune distillerie di vodka.

Secondo alcuni, inoltre, un’altra possibile origine del termine potrebbe essere collegata alle cronache di Novgorod, dell’anno 1533, in esse, infatti, la parola “vodka” viene usata nel contesto di tinture alcoliche.

In Europa la vodka arrivò grazie a Napoleone che conobbe il distillato durante la campagna di Russia nel 1812 (cui fece seguito la disastrosa ritirata). In quell’occasione per scaldare le sue truppe, rimaste senza alcolici e cibo, razziò ingenti quantità di vodka al fine di avere qualche speranza contro il gelo dell’inverno.
Il vero boom della vodka in Europa però si verificò dopo la Rivoluzione Russa nel 1917, con la presa del potere da parte dei bolscevichi guidati da Lenin. Parecchi esuli russi, infatti, che appartenenti alla nobiltà proprietaria dei segreti della distillazione, emigrarono in Francia per salvarsi dalle epurazioni di massa volute dal regime comunista. Il più noto fra essi è sicuramente Piotr Smirnoff il quale, dopo essere emigrato in Turchia e Polonia per sfuggire alla caccia mortale, decise nel 1925 di stabilirsi definitivamente a Parigi, dove cambiò il nome in Pierre. Vicende e continuò la sua attività di distillatore.

Oggi soprattutto in Russia ma anche in Polonia sono migliaia le distillerie che producono questa bevanda. Si produce un’ottima vodka anche in quasi tutti i paesi del Nord Europa, i quali ne sono anche ottimi consumatori, con tradizioni che si tramandano da secoli. A partire dal 1975 anche il mondo americano ha conosciuto ed iniziato ad apprezzare l’inconfondibile gusto di questo prodotto.

Metodo di produzione della Vodka

Per quanto riguarda la materia prima da cui partire per la produzione della vodka, la prima cosa da sapere è che essa deve assolutamente essere ricca di zucchero o amido; proprio per questo gli ingredienti più utilizzati per produrre questa bevanda sono cereali, come orzo, segale e grano), e le patate.

Una volta separata la parte solida si procede con la fermentazione dalla quale risulterà un liquido simile alla birra. Successivamente il fermentato deve riposare per un breve periodo di tempo prima di passare alla distillazione.

La concentrazione alcolica deve raggiungere il 96% vol. e per questo la distillazione viene svolta con un metodo continuo e l’utilizzo di un alambicco a colonne; quest’ultimo, infatti, essendo munito di almeno 46 piatti, è l’alambicco migliore e più usato. Ovviamente, più la vodka deve essere leggera e neutra, più aumenterà il numero di colonne.

Da sottolineare che esistono anche distillatori che scelgono di usare alambicchi di misure inferiori e che utilizzano una distillazione di tipo discontinuo; tuttavia l’utilizzo di un alambicco a colonna è pressoché imprescindibile visto la concentrazione alcolica che deve essere raggiunta.
Dopo questo procedimento essa può essere filtrata grazie all’uso di carbone attivo per eliminare sentori sgraditi: questo trattamento porta ad un prodotto neutro. Da evidenziare però come spesso, piuttosto che filtrare, si preferisca effettuare una distillazione più accurata per mantenere aromi caratteristici.

Alla fine della distillazione il risultato deve essere necessariamente diluito; ciò avviene con successivi allungamenti di acqua (piovana, distillata, o sorgiva) finché non si ottiene la gradazione con la quale la vodka verrà messa in commercio.

Tipi di vodka

Le principali categorie sono due:

Vodka pura

essa è generalmente neutra, ossia priva di odori e sapori. Ciò si ottiene attraverso distillazioni a più colonne con massicce filtrazioni al carbone. Altre volte, pur essendo pura, la vodka conserva gli aromi tipici derivanti dalle materie prime: ad esempio il grano conferisce sensazioni vinose e di anice, la segale apporta note di scorza e spezie, le patate, invece, donano struttura e una sensazione più morbida al palato

Vodka aromatizzata

questa seconda tipologia è molto più diffusa e con gli anni praticamente ogni aroma o sapore è stato sperimentato ed inserito in questo famoso distillato. L’aromatizzazione può avvenire, alternativamente, attraverso la macerazione, la distillazione o la percolazione. Gli aromi usati vanno da quelli più tradizionali, come il miele, le ciliegie o le spezie, fino ad arrivare ad una dimensione più facile da capire con gusti come vaniglia, caramello, pesca ed altri frutti.